Scrivo da quando, venticinque anni fa, una pagina di Stephen King fece tremare qualcosa dentro di me che non sapevo esistesse. La mattina seguente, quasi in trance, mi ritrovai davanti al monitor con le dita già danzanti sulla tastiera. Da allora, la scrittura è stata per me marea più che fiume – ritirandosi talvolta per mesi, anni, per poi tornare con violenza inaspettata. L’ultima onda mi ha travolto all’inizio del 2025, e da allora non accenna a ritirarsi.
La mia libreria ha l’architettura di un labirinto americano – King, Follett, Brown ne costituiscono i corridoi principali, ma si diramano passaggi verso territori fantastici e stanze dove il passato viene ricostruito con paziente meticolosità. Leggo senza gerarchie, permettendo a ogni voce di depositare il proprio sedimento.
La letteratura erotica è il mio campo d’elezione, la mia dichiarazione d’intenti più autentica. Ogni parola che ho scritto finora orbita attorno a quel nucleo incandescente che è il desiderio umano. Negli ultimi tempi, questo territorio si è espanso verso le geometrie complesse del BDSM, con i suoi giochi di potere e abbandono, di controllo e fiducia. Nel cassetto, però, custodisco il fantasma di una storia completamente diversa – una creatura che respira piano nell’ombra, attendendo il momento in cui le permetterò di venire alla luce.
Non ho percorsi accademici a guidare la mia penna, nessun maestro illuminato di lettere. Ho imparato a scrivere quasi contro la mia formazione tecnica, forse proprio in risposta a insegnanti che non hanno saputo mostrarmi la bellezza della parola.
Quando scrivo, cerco prima di tutto il battito accelerato, il respiro trattenuto di chi legge. L’emozione è la mia bussola. Se poi quelle emozioni scendono dalla mente al corpo, accendendo zone d’ombra e desideri taciuti – tanto meglio.
Sono un uomo di 57 anni nato sotto il segno del Capricorno. La mia personalità ENFJ – l’esteriorità emotiva, l’intuizione, la sensibilità valutativa e la capacità di giudizio – plasma inevitabilmente la mia scrittura. Come Protagonista, sono naturalmente attratto dalle dinamiche umane, dalla complessità emotiva degli incontri, dalla tensione che si crea tra vulnerabilità e potere. Chi mi conosce nella sfera dell’intimità mi identifica come Daddy Dom, un ruolo che filtra nella mia scrittura come acqua tra le rocce, creando quelle correnti sotterranee di protezione e dominio, di guida e abbandono che scorrono sotto la superficie delle mie storie.
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